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01 Agosto 2025 - Curiosità

Nella millenaria Repubblica di Venezia, l’elezione del Doge non era solo una questione di potere: era un rito raffinato, segreto e straordinariamente complesso, ideato per evitare corruzione, favoritismi e influenze esterne. Per secoli, il sistema elettorale veneziano fu considerato uno dei più sofisticati del mondo.

Un sistema a prova di intrighi

A scegliere il Doge era il Maggior Consiglio, formato da membri delle famiglie nobili veneziane. Ma la vera particolarità risiedeva nel meccanismo a nove fasi, una sequenza di sorteggi e votazioni alternati che creava una rete fittissima di controllo reciproco. Il processo iniziava con 30 elettori sorteggiati a caso tra i membri del Consiglio, che venivano poi ridotti e rivotati più volte, fino a ottenere i 41 elettori finali incaricati di nominare il nuovo Doge.

Questo metodo, tanto matematico quanto politico, rendeva impossibile la previsione del risultato finale: nemmeno i candidati stessi potevano sapere se sarebbero stati scelti. Il sistema era pensato per preservare l’equilibrio della Serenissima, assicurando trasparenza e stabilità.

Una lezione di democrazia aristocratica

In un’epoca in cui i giochi di potere dilagavano ovunque, Venezia rispose con un’ingegneria politica unica, che ancora oggi affascina storici e curiosi. L’elezione del Doge era molto più di un momento istituzionale: era un rito collettivo, una danza di voti, numeri e simboli che celebrava l’identità stessa della Repubblica.

Scopri i segreti della Serenissima

Passeggiare per Venezia significa ancora oggi respirare quell’atmosfera di eleganza e mistero che un tempo avvolgeva il Palazzo Ducale e le sale del Maggior Consiglio. E proprio a due passi da Piazza San Marco, Relais Il Doge ti accoglie in una residenza storica dove la grandezza del passato rivive in ogni dettaglio.

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